122° giorno del #ArtsakhBlockade. L’attacco dell’Azerbajgian a Tegh sul territorio sovrano dell’Armenia ieri. Perché? (Korazym 12.04.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 12.04.2023 – Vik van Brantegem] – Oggi, 12 aprile 2023, sono compiuti 4 mesi di #ArtsakhBlockade da parte dell’Azerbajgian. Il Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh presenta un rapporto aggiornato sulle violazioni di massa dei diritti collettivi e individuali delle persone dell’Artsakh disponibile in tre lingue, armeno, russo e inglese [QUI].
Come abbiamo riferito [QUI], nel pomeriggio di ieri, le forze armate azere hanno attaccato dei militari armeni nell’area del villaggio di Tegh nella regione di Syunik della Repubblica di Armenia, ultima tappa armena verso il Corridoio di Lachin. Quattro militari armeni sono stati uccisi e sei feriti a seguito dell’attacco terroristico azero, che si è svolto IN Armenia, come dimostrano le prove video (che abbiamo riportato ieri). I militari azeri hanno violato la nuova linea di contatto (spostata in avanti da loro con la forza in marzo), partendo da un’area sul territorio sovrano dell’Armenia occupato in marzo, sono entrano in un’area vicino al villaggio di Tegh in Armenia senza alcun preavviso e hanno iniziato a sparare contro dei militari armeni che stavano conducendo lavori di ingegneria sulle proprie posizioni di difesa per contrastare la strisciante annessione di territorio armeno da parte delle forze armate dell’Azerbajgian. Il totale delle vittime è 17, aggiungendo a quelli armeni, i 3 morti e 4 feriti tra gli aggressori azeri, secondo il Ministero della Difesa dell’Azerbajgian.
Al momento in cui scriviamo nessuna indicazione di operazioni militari in corso tra Armenia e Azerbajgian. Quello di ieri è apparso un’aggressione azera localizzata, seppur grave. Nel frattempo la macchina della propaganda di Baku e il suo esercito di diplomatici e troll si è messo in moto.
L’esperto di sicurezza di EVN Report sottolinea che la narrazione di Baku fornisce il contesto per l’operazione di ieri:
- Tentativo di “iranianizzare” la situazione, dal momento che ha perso la narrazione in Occidente.
- Screditare la Missione di monitoraggio dell’Unione Europea in Armenia come inefficace.
- Migliorare la sua diplomazia “cinetica”.
- Ingrandire la minaccia di operazioni più ampie.
Secondo la definizione di Alessandro Baricco, staccando i fatti dalla realtà si ottiene la narrazione. Ed è questo che fa il regime di Baku.
La risposta della macchina della propaganda dell’Azerbajgian – con la foto che documenta invece il veicoli con i militari azeri che si avvicina ai militari armeni e poi apre il fuoco – è che «la macchina della propaganda dell’Armenia si è smascherata».
I media azeri scrivono che «tre soldati azeri sono stati uccisi durante un attacco delle forze armene nel distretto di Lachin, nella regione di East Zangezur», falsamente affermando che con questo l’aggressione è avvenuta sul territorio dell’Azerbajgian, che era strato invaso dai militare armeni.
Quindi, un troll azero twitta, contro ogni evidenza, a seguito di quanto affermano i media azeri: «Cosa stavano facendo i soldati armeni nelle posizioni azere sul lato del confine azero?» Come il bue che dice cornuto all’asino, o la pignatta che chiama nero il bollitore, come si dicono gli inglesi. A Napoli, per rispondere a chi fa il segno del cornuto, si risponde mostrando le chiavi: ognuno mostra quello che ha.
C’è questa strana cosa, chiamata confine di Stato, un concetto fluido per Baku. Inoltre, le forze armate azere hanno ucciso e ferito dei militari armeni all’interno del territorio sovrano dell’Armenia. Le prove video dimostrano chiaramente chi ha attaccato chi: l’Azerbajgian ha avviato l’attacco da un’area occupato in Armenia contro l’Armenia in Armenia. Non c’è menzogna e propaganda azera che tiene.
Questa è la reazione di ieri dell’Ambasciatore dell’Azerbajgian in Germania, Nisimi Aghayev, sempre in prima linea nel diffondere l’armenofobia estrema e la propaganda del regime autocrate genocida di Aliyev, nel promuovere il #ArtsakhBlockade negando nel contempo che c’è.
E questa è la reazione dell’Ambasciatore dell’Azerbajgian negli Stati Uniti, Khazar Ibrahim.
La reazione dei funzionari e dei troll sui social media del regime autocrate genocida di Baku non desta meraviglia. Niente di nuovo. Negano anche, confermandolo nel contempo, il blocco di 122 giorni del Nagorno-Karabakh e affermano che il Corridoio di Lachin è aperta, visto che passano (solo) i veicoli delle forze di mantenimento della pace russe e del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Le menzogne e fake news sono il marchio della politica statale dell’Azerbajgian. Però, le campagne di disinformazione dei diplomatici azeri sono così maldestre, che a volte sembra che stiano prendendo in giro il regime di Aliyev. La domanda è: ma inganna gli Azeri? La propaganda è solitamente fatta per un pubblico domestico: “Ehi, il nostro leader sta dicendo questo, che è simile a quello che è stato detto prima, e non molti lo contestano, forse è vero”.
Le prove video dimostrano chiaramente e inequivocabilmente come il veicolo con un gruppo di militari azeri, con l’obiettivo di una provocazione, si sta avvicinando ai militari delle forze armate armene, che stavano svolgendo lavori di ingegneria sul territorio sovrano dell’Armenia, e ha aperto il fuoco contro di loro. Inoltre, il fatto che i militari armeni lasciano che il veicolo si avvicina alla loro posizione, dimostra chiaramente che non vogliono l’escalation.
Poi, c’è lo scettico che chiede (cosa che potrebbe cercare benissimo da solo): «Puoi inserire le coordinate esatte su Google Maps in modo che corrispondano al video?».
Il Nagorno Karabakh Observer ha localizzato l’area approssimativa dell’attacco di ieri delle forze armate dell’Azerbajgian sul territorio sovrano dell’Armenia, a meno di 2 km dal villaggio di Tegh. Proprio questa zona ha visto un accumulo di materiale militare azero nei giorni scorsi con segnalazioni di nuove postazioni istituite sul territorio sovrano dell’Armenia dalla fine di marzo.
Per tutta la notte non sono state registrate ulteriori significative violazioni del cessate il fuoco, ha comunicato il Ministero della Difesa dell’Armenia. Dalle ore 08.00 (ore 05.00 di Roma), la situazione. in prima linea continua a rimanere relativamente stabile.
L’Armenia non ha subito perdite di posizione in combattimento a seguito della provocazione dell’Azerbajgian di ieri pomeriggio.
Al momento non si registrano cambiamenti nelle condizioni di salute dei sei militari armeni feriti a seguito della provocazione dell’Azerbajgian di ieri pomeriggio: tre sono in condizioni stabili, gli altri tre sono in condizioni di grado moderato, grave e estremamente grave.
Di seguito i nomi dei militari armeni uccisi durante l’attacco azero di ieri, pubblicati dal Ministero della Difesa dell’Armenia: Arthur Sahakyan (nato nel 1999), Mkrtich Harutyunyan (nato nel 1989), Henrik Kocharyan (nato nel 1997) e Narek Sargsyan (nato nel 1994).
Attendiamo come di consueto che la leadership dell’Unione Europea e la comunità internazionale chiama l’aggressore con il suo nome, condanna fermamente le incursioni illegali delle forze armate dell’Azerbajgian sul territorio sovrano della Repubblica di Armenia e agisce concretamente in modo energico e risolutivo, iniziando con sanzionare l’Azerbajgian per le sue aggressioni non provocate. Ovviamente, stiamo sognando.
E infatti, Nabila Massrali, Portavoce per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha affermato in una nota: «L’Unione Europa deplora gli scontri armati che ieri hanno provocato la morte o il ferimento di diversi militari armeni e azeri al confine tra Armenia e Azerbajgian nella zona di Tegh». «Questo incidente sottolinea ancora una volta che in assenza di un confine delimitato, la linea del 1991 deve essere rispettata e le forze di entrambe le parti sono da ritirare a distanze di sicurezza da questa linea per evitare che si verifichino incidenti simili». «Devono essere rispettati gli impegni precedenti, compresi quelli raggiunti a Praga nell’ottobre 2022 in merito al riconoscimento reciproco dell’integrità territoriale in linea con la Dichiarazione di Almaty del 1991. L’Unione Europea sollecita inoltre l’intensificazione dei negoziati sulla delimitazione del confine e continua a essere pronta a sostenere questo processo».
In questa dichiarazione rilasciata dal servizio diplomatico dell’Unione Europea vengono ribaditi gli appelli alla moderazione e alla risoluzione di tutte le controversie con mezzi pacifici, e che l’Unione Europea continua a sostenere questi sforzi, anche al più alto livello, anche attraverso la presenza della missione dell’Unione Europea in Armenia. Ma nel condannare il fatale scontro di ieri e chiedere moderazione ad ambedue le parti, non viene indicato l’aggressore, Azerbajgian e non viene menzionato che l’aggressione contro l’Armenia è avvenuta sul territorio sovrano dell’Armenia.
Il fatto che l’Azerbajgian continui ad attaccare e ad avanzare nel territorio sovrano armeno, anche se una missione dell’Unione Europea sta presumibilmente monitorando (con i binocoli) il confine, dimostra semplicemente che è impossibile scoraggiare o disincentivare la violenza quando si riceve il gas dell’aggressore.
«Perché l’Azerbajgian è ricorso alla provocazione militare nel villaggio di Tegh in Armenia? Gli Azerbajgiani hanno ucciso 4 e ferito 6 militari armeni. Gli obiettivi del regime di Aliyev sono diversi.
1. Due settimane fa, l’Azerbajgian ha invaso il territorio dell’Armenia da cinque direzioni, a una profondità di almeno 300 metri. Secondo il governo armeno, sono stati effettuati adeguamenti in 7 chilometri della linea di contatto di 12 chilometri appena creata. E ancora a 5 chilometri di distanza erano in corso trattative affinché le forze armate dell’Azerbajgian lasciassero il territorio dell’Armenia. Con questa provocazione, l’Azerbajgian ha interrotto i colloqui di pace affinché le truppe azere continuino a mantenere occupati i territori sovrani armeni. A partire dal 12 maggio 2021, l’Azerbajgian ha occupato almeno 150 chilometri quadrati del territorio dell’Armenia.
2. Con la provocazione di ieri, l’Azerbajgian ha cercato di interrompere la costruzione di postazioni militari da parte delle forze armate dell’Armenia nei territori armeni sulla nuova linea di contatto, al fine di avere buone posizioni per l’imminente attacco.
3. Negli ultimi 10 giorni, due alti funzionari dell’Azerbajgian si sono espressi contro la presenza della Missione di osservazione dell’Unione Europea di stanza in Armenia. Il 3 aprile a Baku, il Ministro degli Esteri dell’Azerbajgian, Jeyhun Bayramov, si è lamentato in un incontro con Dirk Schübel, Inviato speciale per il partenariato orientale del Servizio per le relazioni estere dell’Unione Europea, che l’Armenia non adempie ai propri obblighi a causa della presenza di osservatori dell’Unione Europea. Se traduciamo, Bayramov afferma che l’Armenia non soddisfa le richieste illegali dell’Azerbajgian (in riferimento al “Corridoio di Zangezur”), perché la presenza degli osservatori dell’Unione Europea impedisce all’Azerbajgian di continuare a fare pressioni sull’Armenia con il ricatto militare. E in secondo luogo, il Capo della rappresentanza dell’Azerbajgian presso l’Unione Europea, Vagif Sadigov, ha dichiarato in un’intervista a Politico che la presenza della missione dell’Unione Europea vicino al confine con l’Azerbajgian desta preoccupazione a Baku. Ha accusato l’Unione Europea di aver rafforzato la sua presenza nel Caucaso meridionale attraverso la Missione di osservazione.
Perché l’Azerbajgian si oppone al rafforzamento della posizione dell’Unione Europea? È una domanda interessante, vero?
Il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, è arrivato in Turchia pochi giorni prima di questa provocazione dell’Azerbajgian. Lavrov ha anche discusso in dettaglio del processo di pace Armenia-Azerbajgian con il Ministro degli Esteri turco, Mevlüt Çavuşoğlu. Il funzionario russo ha accusato l’Occidente di interrompere il processo di risoluzione con il piano russo (annuncio del 9 novembre 2020). Capisci ora dove coincidono gli interessi di Russia e Azerbajgian?
A loro viene impedito dall’Occidente, con gli osservatori dell’Unione Europea, di compiere attacchi su larga scala contro l’Armenia attraverso provocazioni militari e ottenere concessioni illegali.
La provocazione azerbajgiana nel villaggio di Tegh mira a delegittimare la Missione di osservazione dell’Unione Europea. Anche qui c’è chiaramente un’impronta e un interesse russi.
4. Nei giorni scorsi la Russia, tramite l’Ambasciatore Sergey Kopirkin e il Portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato di essere pronta a schierare osservatori dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) in Armenia. Cosa li ferma? La presenza degli osservatori dell’Unione Europea e la decisione dell’Armenia di preferire gli Europei alla CSTO. Delegittimando gli osservatori dell’Unione Europea con questa provocazione, l’Azerbajgian con la Russia sta aprendo la strada agli osservatori della CSTO.
Perché l’Azerbajgian è favorevole agli osservatori della CSTO? Perché mentre Unione Europea e USA condannavano gli attacchi azeri e l’occupazione dei territori armeni, la CSTO non ha nemmeno criticato Baku. Se l’Azerbajgian riuscirà a delegittimare gli osservatori dell’Unione Europea e gli osservatori della CSTO saranno dispiegati in Armenia, ciò significherà che l’Azerbajgian sarà in grado di effettuare nuovi attacchi militari senza ostacoli. Gli osservatori dell’Unione Europea non lo consentono ora.
5. I propagandisti e i lobbisti dell’Azerbajgian nell’Unione Europea e negli StatiUniti affermano che Iran, Russia e Armenia sono alleati e agiscono insieme contro l’Azerbajgian filo-occidentale. Aliyev ha affermato in Occidente che l’Armenia e la Russia attaccheranno l’Azerbajgian e, per impedirlo, l’Azerbajgian ha lanciato un attacco su larga scala contro l’Armenia il 13 settembre 2022 e si è impadronito delle vette armene.
L’Azerbajgian afferma inoltre che l’Armenia è un alleato dell’Iran e si stanno preparando ad attaccare l’Azerbajgian insieme. Non è un caso che dopo la provocazione dell’11 aprile l’Azerbajgian abbia diffuso la falsa notizia che l’Armenia utilizzasse droni iraniani. Queste false narrazioni mirano a privare l’Armenia del sostegno dell’Occidente e ad attaccare l’Armenia senza restrizioni per attuare il piano russo-turco del 9 novembre 2020.
Con questa provocazione, l’Azerbajgian ha cercato di coinvolgere l’Iran nell’escalation militare. Baku sa che l’Iran considera il confine e l’integrità territoriale dell’Armenia una linea rossa. La provocazione di oggi mirava a incitare l’Iran ad attaccare l’Azerbajgian.
In realtà, l’Armenia e l’Iran hanno relazioni normali. La cooperazione armeno-iraniana non ostacola in alcun modo la cooperazione armeno-occidentale. La prova di ciò è il dispiegamento di osservatori dell’Unione Europea in Armenia, che Teheran ha sostenuto.
E, naturalmente, il Ministro della Difesa dell’Armenia è arrivato in visita di lavoro a Brussel, presso la sede del comando supremo delle forze alleate della NATO in Europa. Pochi giorni fa è stato in Iran il Segretario del Consiglio di Sicurezza dell’Armenia.
L’Azerbajgian sta attualmente conducendo una guerra ibrida contro l’Armenia. L’Azerbajgian intende isolare l’Armenia dall’Occidente con false narrazioni, delegittimazione degli osservatori dell’Unione Europea e spianare la strada alla CSTO in Armenia. Questa è l’ultima possibilità per l’Azerbajgian di scatenare nuove guerre. E Aliyev non è solo» (Robert Anayan).
«Gli Evangelici (a lungo corteggiati da Baku) stanno voltando le spalle all’Azerbajgian ricco di petrolio, prendendo le distanze dall’escalation di pulizia etnica degli Armeni cristiani da parte di questa autocrazia. Cancellano viaggi pagati, restituiscono regali, rifiutano di prestare i loro nomi per coprire crimini basati sulla fede» (Armenian National Committee of America).
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]