119° giorno del #ArtsakhBlockade. Auguri di Santa Pasqua dal popolo armeno dell’Artsakh sotto assedio dell’Azerbajgian, che opera nell’assoluta impunità (Korazym 09.04.23)
[Korazym.org/Blog dell’Editore, 09.04.2023 – Vik van Brantegem] – Santa Pasqua armena nel giorno 119 dell’assedio azero dell’Artsakh/Karabakh. Dal 12 dicembre 2022 gli Armeni dell’Artsakh/Nagorno Karabakh sono bloccati dall’Azerbajgian nella loro Patria, privati del diritto alla circolazione e senza accesso ai loro diritti umani fondamentali. Sì, loro Patria, perché al contrario delle menzogne armenofobe dell’Azerbajgian, l’Artsakh armeno esisteva da secoli prima delle invasioni turche. Queste terre storicamente armene sono state soggette a terrore, aggressione, oppressione, pulizia etnica, genocidio.
Riassumendo: l’Azerbajgian sta occupando nell’Artsakh terre armene e non si fermerà finché non ha ottenuto la soluzione finale, guardando già a Suynik e a Yerevan. Una serie interminabile di Twitter accounts, che rappresentano il regime dell’Azerbajgian, un’autocrazia orribile e ricco di petrolio, diffondono disinformazione, estremo odio anti-armeno, negano i crimini del regime azero, come i pogrom, la pulizia etnica e il genocidio.
«Abbiamo trascorso Natale e Capodanno, Trndez, Giornata della maternità e della bellezza e Pasqua sotto il blocco. Buona Pasqua. È il 119° giorno del #ArtsakhBlockade» (Siranush Sargsyan, giornalista freelance a Stepanakert).
Come abbiamo riferito [QUI], nella Giornata della maternità e della bellezza, «in una manifestazione organizzata il 7 aprile, le donne dell’Artsakh hanno protestato contro il blocco in corso dell’Artsakh da parte dell’AzerbaJgian, hanno ribadito la loro determinazione e inviato messaggi chiari alla comunità internazionale» (Gegham Stepanyan, Difensore dei Diritti Umani della Repubblica di Artsakh).
In questo episodio di Conversazioni su Groong, Hovik Yerevan di Armenian News Network parla con Naira Melikyan – madre dell’eroe caduto Hayk Melikyan e membro del movimento Miatsum (Insieme) – che condivide informazioni preoccupanti dal suo tentativo di recarsi in Artsakh attraverso la strada di recente costruzione che passa dal villaggio di Kornidzor. Le guardie di frontiera armene hanno respinto il gruppo del movimento Miasin, adducendo problemi di sicurezza: «Dopo che siamo andati e abbiamo visto che c’era questo post di blocco turco (azerbajgiano) tra noi e i Russi, hanno detto che vedi ora capisci perché non ti abbiamo fatto entrare perché andrai direttamente nelle mani dei Turchi (Azeri)». «La Russia non ha permesso all’Azerbaigian di violare l’accordo trilateriale del 9 novembre 2020 e ha istituito un posto di blocco sull’autostrada tra l’Armenia e l’Artsakh. No, il governo di Pashinyan ha permesso all’Azerbajgian di scavare trincee dalla parte armena» (Alison Tahmizian Meuse).
“L’Azerbajgian permette l’uscita dal Nagorno-Karabakh, vieta l’ingresso”: continua il blocco
Nuova procedura per lasciare il Nagorno-Karabakh per l’Armenia
JAM News, 5 aprile 2023
(Nostra traduzione italiana dall’inglese)
“D’ora in poi sarà possibile lasciare l’Artsakh per l’Armenia in caso di emergenza”, ha detto il Ministro di Stato della non riconosciuta Repubblica di Nagorno-Karabakh, Gurgen Nersisyan . L’entrata e l’uscita saranno organizzate dal contingente di mantenimento della pace russo. Chiunque abbia bisogno di partire dovrà prima contattare il Nagorno-Karabakh Interaction Center e ottenere il permesso. La nuova procedura per lasciare la regione del Nagorno-Karabakh è stata approvata dopo che l’Azerbajgian ha vietato l’ingresso a un gruppo di Armeni. Le forze di pace hanno trascorso cinque ore a negoziare senza successo con gli Azeri che bloccano la strada. Coloro a cui è stato impedito l’ingresso hanno affermato che “gli Azeri hanno intimidito le persone irrompendo in una dei veicoli e minacciando apertamente le persone”. È stato riferito che quattro donne hanno avuto problemi di salute e hanno dovuto essere trasportate in ospedale.
Il Ministero degli Esteri della non riconosciuta repubblica ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che “le azioni criminali dell’Azerbajgian stanno diventando sempre più minacciose per natura e portata”.
I media armeni hanno riferito che il 4 aprile, accompagnati dalle forze di mantenimento della pace russe, 27 civili hanno cercato di tornare dalla città di Goris nel territorio del Nagorno-Karabakh. Gli Azeri dichiarandosi attivisti ambientalisti che hanno bloccato il Corridoio di Lachin dal 12 dicembre 2022, hanno fermato un veicolo vicino alla città di Shushi [gli Azeri la chiamano Shusha] e hanno negato loro l’ingresso. Solo quattro donne, apparentemente malate, sono state lasciate passare e portate in ospedale [QUI e QUI].
Il Ministro di Stato della non riconosciuta repubblica ha affermato che le voci sull’evacuazione di residenti locali in Armenia da parte delle forze di mantenimento della pace russe sono “un’altra manifestazione degli attacchi informativi dell’Azerbajgian” e non corrispondono alla realtà. Gurgen Nersisyan ha ricordato che dall’inizio del blocco del Corridoio di Lachin, le persone sono state private della possibilità di recarsi in Armenia, e ora potranno viaggiare solo “in caso di emergenza”. Il processo di trasporto sarà organizzato attraverso le forze di mantenimento della pace russe “al fine di proteggere i cittadini da possibili provocazioni azere” sul tratto di strada bloccato. Ha affermato che la rappresentanza del Comitato Internazionale della Croce Rossa in Nagorno-Karabakh continuerà a organizzare il trasporto di persone con problemi di salute che necessitano di cure mediche specialistiche.
Il Ministero degli Esteri della non riconosciuta Repubblica di Nagorno-Karabakh ha descritto le azioni degli Azeri nel Corridoio di Lachin del 4 aprile come “terrore psicologico e intimidazione di donne, bambini e anziani”. Nel comunicato si legge che ai cittadini rimasti in Armenia a causa del blocco dell’unica strada non è stato permesso di ricongiungersi con le proprie famiglie: “Questo eclatante incidente dimostra chiaramente che le autorità azere hanno intrapreso il livello successivo di attuazione pratica del loro piano criminale per eseguire la pulizia etnica dell’Artsakh ed espellere la sua gente dalla loro patria storica. Queste intenzioni sono state annunciate pubblicamente dal Presidente dell’Azerbajgian il 10 gennaio 2023 in un’intervista con i media azeri. Successivamente, la leadership politica azera ha ripetutamente rilanciato la minaccia che gli abitanti dell’Artsakh dovessero sottomettersi alle autorità armenofobe dell’Azerbajgian o lasciare la loro patria”.
La dichiarazione sottolinea che “l’Azerbajgian opera nell’assoluta impunità”: “L’inazione della comunità internazionale di fronte a tali gravi violazioni dei diritti umani equivale a tacita approvazione, se non complicità nelle azioni disumane della Baku ufficiale. Un’azione urgente e decisiva da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha il mandato e gli strumenti adeguati, è una necessità assoluta per la fine immediata del blocco illegale e la soppressione dei crimini in corso dell’Azerbajgian davanti agli occhi della comunità internazionale”.
Il Consigliere del Ministro di Stato ed ex difensore civico, Artak Beglaryan, ha fornito i dettagli dell’incidente, che ha appreso da coloro a cui è stato negato l’ingresso. Ha scritto sui social network che gli Azeri “hanno intimidito le persone in auto irrompendo in una di esse e minacciandole apertamente” e ha anche avanzato una condizione preliminare per “accettare la cittadinanza azera”. Quattro donne avrebbero perso conoscenza durante questo incidente. Secondo le informazioni ricevute da Beglaryan, le forze di mantenimento della pace russe hanno chiamato un’ambulanza e le hanno trasportate in ospedale: “La parte azera non ha permesso alle forze di mantenimento della pace russe di chiamare e utilizzare l’ambulanza dell’Artsakh e ha cercato di trasportare i pazienti all’ospedale di Shushi, una città ora sotto il controllo dell’Azerbajgian. Tuttavia, la gente ha iniziato a protestare e ha chiesto che i pazienti fossero trasferiti a Stepanakert [gli Azeri chiamano questa città Khankendi].
Nel contesto della politica statale di discriminazione e odio razziale/etnico in Azerbajgian, nonché delle sue manifestazioni regolari, la comunità internazionale deve comprendere il livello delle minacce esistenziali al popolo dell’Artsakh sotto qualsiasi forma di controllo da parte dell’Azerbajgian”.
Secondo le informazioni fornite dal difensore civico del Nagorno-Karabakh, Gegham Stepanyan, l’Azerbajgian “ha violato un precedente accordo con le forze di mantenimento della pace russe sul ritorno degli abitanti dell’Artsakh, e i negoziati non hanno portato a nulla”. Delle 27 persone che stavano tornando a casa, 23 sono tornate a Goris. Ha ricordato che dall’inizio del blocco del Corridoio di Lachin, Baku ha affermato che la strada è aperta: “Questo incidente dimostra l’essenza delle dichiarazioni false e inventate della leadership azera, le bugie ovvie e palesi e l’inganno della comunità internazionale. Inoltre, consentendo alle persone di lasciare l’Artsakh in vari modi, ma vietando l’ingresso, le autorità azere perseguono apertamente una politica di pulizia etnica”. Secondo il difensore civico, il motivo del mancato rispetto da parte dell’Azerbajgian degli appelli della comunità internazionale e della decisione della Corte Internazionale di Giustizia è “la situazione emergente di permissività, mancanza di rispetto, disprezzo per la missione di mantenimento della pace della Russia, l’assenza di azioni punitive mirate e concrete da parte di tutti gli attori internazionali interessati”.
Indice – #ArtsakhBlockade [QUI]